SASI o OATB - erobeso.it

EROBESO.IT
Title
Vai ai contenuti
SASI (Single Anastomosis Sleeve Ileal bypass) o OATB ( One Anastomosis Transit Bipartition )

Questa  procedura chirurgica, deriva dall’evoluzione dei concetti combinati di più tecniche chirurgiche: la sleeve gastrectomy, la sleeve gastrectomy con bipartizione gastrica (intervento di Santoro),  il mini gastric bypass ed il bypass digiuno ileale, e che ha dimostrato ottimi risultati,sul calo ponderale,qualità di vita e cura del Diabete di tipo2 e Dislipidemie.
Il concetto alla base è di combinare gli effetti di una sleeve gastrectomy ad una parziale deviazione del transito intestinale, e che nella  tecnica da me adottata è di fatto concettualmente  il nuovo mini bypass gastrico:

La tecnica della sleeve gastrectomy in questo intervento è di una sleeve "antral preserving", cioè che conserva l'antro gastrico, il serbatoio gastrico è leggermente più largo rispetto all sleeve gastrectomy restrittiva, e la sezione a livello dell'angolo di His è laterale ad esso, conservando così  le fibre muscolari gastriche che concorrono alla continenza esofagogastrica.
Si viene a  cosi creare un serbatoio gastrico che rispetta completamente i principi del mini bypass, che è restrittivo (diminuisce la quantità di cibo ingeribile ) ma non ostruttivo ( non crea restrizioni od ostacoli al transito del cibo) e favorisce uno svuotamento rapido del cibo nel bypass e nel duodeno.
Rispetto al minibypass originale il serbatoio gastrico è molto più lungo (circa del 30%), il che diminuirebbe l'incidenza di reflusso biliare gastroesofageo.
L'anastomosi (unione ) unica tra l'antro gastrico e l'intestino è larga come nel mini bypass (4-5 cm) per favorire lo lo suotamento ed il transito rapido del cibo.
Il tratto di intestino bypassato è di almeno tre metri dal Treitz (il punto anatomico di passaggio tra duodeno e intestino) quindi maggiore rispetto al mini bypass gastrico, realizzando un bypass di tutto il digiuno. Viene però misurato l'intestino a valle per accertars della lunghezza di intestino funzionante ( almeno 3 m) e se necessario aggiustando le misurazioni al singolo paziente.


Oltre ai classici e basilari effetti restrittivi e malassorbitivi, ha effetti diretti sui vari enterormoni, grelina, Glp1, PYY, GIP, e  quindi sulla asse di insulina e leptina coinvolti nella genesi e controllo dell'equilibrio ponderale

Anastomizzando l’ileo, senza deviare il normale transito duodenale, si ottiene una parziale derivazione (la letteratura riporta che solo il 30% del cibo segue la normale via gastroduodenale.)




Si evitano così l’uso di protesi, di segmenti gastrointestinali esclusi, di anastomosi strette, di malassorbimento, di anastomosi plurime o sezioni intestinali.
Ogni segmento può essere esplorato agevolmente con una esofagogastroduodenoscopia e/o una capsula endoscopica.
Il passaggio parziale di cibo in duodeno permette di contenere il malassobimento, mantenendo un assorbimento fisiologico.

Oltre che ad essere l'intervento di scelta in pazienti con BMI > 40, è indicato in presenza di diabete di tipo2 e nelle Dislipidemie
Inoltre’intervento è  particolarmente adatto a convertire le sleeve gastrectomy le plicature gastriche, le gastroplastiche verticali lunghe che presentino ripresa ponderale, come secondo tempo per un calo non sufficiente.

Il mantenere una parte del transito nella normale via gastroduodenale contribuirebbe ad evitare le gravi carenze nutrizionali tipiche degli interventi malassorbitivi puri.
Nel contempo il duodeno può essere normalmente studiato con una gastroscopia e quidi anche tutte le manovre endoscopiche sul duodeno e via biliare sono possibili .

Principali Complicanze
Nel corso dei mesi ed anni successivi all'intervento si possono verificare:
  • Anemia da carenza di ferro e/o Vitamina B12 e/o acido folico. Questacomplicanza può essere prevenuta o corretta con la somministrazione perbocca o per via intramuscolare o endovenosa delle sostanze carenti.
  • Osteoporosi da carenza di calcio. L'introduzione del calcio avvieneattraverso il cibo ma può essere necessaria un'integrazione con compresse di calcio per bocca.
  • Ulcera nel punto di unione dello stomaco con l'intestino (ulceraanastomotica), che di solito si previene o corregge con terapia medica, mapuò richiedere un nuovo intervento chirurgico in casi eccezionali.
  • Intolleranza all'assunzione di alcuni cibi, soprattutto i liquidi ad altaconcentrazione di zuccheri, che si manifesta con sudorazione, senso dispossatezza e palpitazioni (dumping sindrome). Questa sintomatologia è transitoria e si corregge per solito facilmente con la posizione supina perpochi minuti. L'intolleranza tende a scomparire con il tempo.

Complicanze intra-operatorie:
  • Durante l'intervento può eccezionalmente verificarsi la lesione di unastruttura endoaddominale a cui può conseguire emorragia e/o perforazione. La lesione della milza può richiedere la sua asportazione.

Complicanze post-operatorie precoci (entro i primi 30 giorni dall'intervento):
  • Trombo embolia venosa: è la formazione di coaguli di sangue nellevene delle gambe e del bacino. Se i coaguli si staccano dalle paretidelle vene dove si sono formati possono giungere, attraverso lacorrente sanguigna, nelle arterie polmonari. Si determina così unacomplicanza che può essere potenzialmente pericolosa per la vitanota come embolia polmonare.
  • Insufficienza respiratoria dovuta a polmoniti e/o pleuriti
  • Fistola gastrica e/o intestinale. Nei primi giorni dopo l'intervento, sipuò verificare una mancanza di tenuta delle cuciture dello stomaco odell'intestino. Ne consegue una fistola gastrica o intestinale che può causare una peritonite. Questa complicanza può richiedere un nuovo intervento chirurgico o altri trattamenti terapeutici.
  • Infezione delle ferite chirurgiche.
  • Emorragie talora gravi che possono richiedere un nuovo intervento chirurgico o altri trattamenti terapeutici
  • Occlusione Intestinale. Questa complicanza può richiedere una terapiachirurgica.
  • Tutte le complicanze post-operatorie precoci possono richiedereterapie mediche intensive che possono allungare il periodo didegenza anche per settimane. In certi casi può essere necessario un nuovo intervento chirurgico. In base alle casistiche più attuali, ilrischio di mortalità postoperatoria precoce varia tra 0,1% e 1%.

Complicanze post-operatorie a distanza (oltre i 30 giorni dall'intervento)
  • Occlusione Intestinale. Si possono determinare aderenze interne chedeterminano quadri di occlusione intestinale. La risoluzione di questacomplicanza generalmente richiede un intervento chirurgico
  • Ernia sulla incisione chirurgica (laparocele) soprattutto se è stata utilizzatala via chirurgica tradizionale (laparotomia). Nel caso si voglia correggerequesta complicanza è necessario un nuovo intervento chirurgico.
  • Eccezionalmente possono verificarsi complicanze neurologiche, anchegravi, dovute a scarso o nullo introito di cibo.

Dr Antonio Susa    O.M. Rovigo n 1184   



Torna ai contenuti